mercoledì 9 luglio 2008

Piedi 1

Tutto è iniziato da un piede.
Posso dare questa chiave di lettura agli ultimi 30 giorni.

Iniziamo con ordine. Tornato da London con Pina e il Frengo, dopo 4-5 giorni, siamo andati alla scoperta del Parco della Caffarella. Sapevo che dal cuore della città partiva una freccia verde che si allargava ordinata per tutto l'interland, il Parco dell'Appia Antica, ma mi ero sempre lasciato scoraggiare dalla scarsità di mezzi (in realtà da qualche tempo è stato istituito l'Archeobus).
Partiamo da piazza Zama e entriamo nelParco della Caffarella. Scalpicciamo perciò per tratturi e radure fino ad arrivare al tempio del dio Redicolo che dal nome doveva essere un vero simpaticone e che ho trovato molto affascinante. Adiacente c'è un casolare che nei suoi strati meno archeologici era rifugio per i pastori che a dorso d'asino, con un coltellaccio in una cintola e una caciotta sotto al braccio si aggiravano da queste parti. Che tempi: l'essenza cagliata (nel senso proprio di afrore caseario) del brigante burino.
Al ritorno insisto per trovare una strada alternativa. Finiamo così nei pressi della vera Via Appia, LA strada romana, la strada delle strade, la spina dorsale d'Italia e che ancora oggi abbisogna di meno manutenzione che non la Salerno-Reggio Calabria. Nell'arco di soli 500 metri ci siamo trovati di fronte all'ingresso delle catacombe di San Callisto, al sepolcro di Priscilla e a dei piedi.

Come dei piedi? Sì, l'avevo detto che era questa la chiave di lettura, no?
Cmq si tratta di piedi illustri, anzi illustrissimi. Dei piedi. Anzi, Dei Pedes, nel senso che si tratta delle fette del Signore immortalate nella chiesa del Quo Vadis. A sto punto sarebbe interessante metterle a confronto con quelle lasciate sul Monte degli Ulivi il giorno dell'ascensione e vedere se almeno il numero combacia (ma sicuramente ce ne stanno altre sparse qua e là; ps: lasciare impronte per volare in cielo era un vezzo pure di Maometto e di Buddha e chissà chi altri).
Andando avanti un'ultima curiosità: abbiamo scoperto che il Gruppo Storico Romano ha aperto una scuola per gladiatori, quindi se non conoscete la differenza tra un reziario e un secutor non lasciatevi sfuggire qualche fendente di sapere.
Per quanto riguarda il Parco dell'Appia Antica non ci eravamo mai stati e dopo quel poco che abbiamo visto ci siamo riproposti di ritornarci quanto prima (anzi no, che si schiatta di caldo, meglio un po più in là).

1 commento:

il_frengo ha detto...

una gran bella giornata in un parco del tutto diverso da quelli visti nel resto di Roma; un parco "naturale" che ti porta indietro proprio ai banditi con coltello e caciotta

cit.
"Sapevo che dal cuore della città partiva una freccia verde che si allargava ordinata per tutto l'interland"

quindi Cassetti è servito a qualcosa allora...