martedì 28 ottobre 2008

SepOltura


Ho trovato per caso questo video trooooppo ....
Si tratta di una degli ultimi spot della volkswagen in Brasile: il gruppo che si esibisce sono i SEPULTURA.

La voce narrante dice più o meno:
è la prima volta che vedete questo (a propostito dei sepultura)
ed è la prima volta che vedete questo (a proposito dell'auto)

La canzone dice:
"Le piccole noci du cocco sono cadute sulla sabbia della spiaggia
Piccole onde le portano nel mare
Le piccole noci di cocco vanno, le piccole noci di cocco vengono..."

venerdì 10 ottobre 2008

Sbaaaaaa



Ecco qui il trailer di WarioLand per Wii. Dice "Embè, che ce frega?": guardatelo fino alla fine...Quando si dice di uno che si diverte a sfasciare tutto!

martedì 30 settembre 2008

Guitar Rig Hero Contest


Ciao, questo video mi serve per partecipare al mio primo contest su youtube.
La software house native instruments ha organizzato un concorso per realizzare un video in cui si usa un suo prodotto. Ho già visto che ci sono molti altri meglio suonati e realizzati del mio, ma mi piaceva l'idea di prendervi parte. Per salire un pò di più in graduatoria (avrei bisogno di 250 voti entro il 14 ottobre) però mi serve il vostro aiuto. Dovete votarmi sulla pagina di youtube (possibilmente 5 stelle!!!).
Grazie per l'aiuto :-) http://it.youtube.com/watch?v=BJAUFA_2N2c

giovedì 11 settembre 2008

ED's Furry Fucking Guide To Metal!!!!


A.K.A: come essere un Metal God!

mercoledì 9 luglio 2008

Piedi 1

Tutto è iniziato da un piede.
Posso dare questa chiave di lettura agli ultimi 30 giorni.

Iniziamo con ordine. Tornato da London con Pina e il Frengo, dopo 4-5 giorni, siamo andati alla scoperta del Parco della Caffarella. Sapevo che dal cuore della città partiva una freccia verde che si allargava ordinata per tutto l'interland, il Parco dell'Appia Antica, ma mi ero sempre lasciato scoraggiare dalla scarsità di mezzi (in realtà da qualche tempo è stato istituito l'Archeobus).
Partiamo da piazza Zama e entriamo nelParco della Caffarella. Scalpicciamo perciò per tratturi e radure fino ad arrivare al tempio del dio Redicolo che dal nome doveva essere un vero simpaticone e che ho trovato molto affascinante. Adiacente c'è un casolare che nei suoi strati meno archeologici era rifugio per i pastori che a dorso d'asino, con un coltellaccio in una cintola e una caciotta sotto al braccio si aggiravano da queste parti. Che tempi: l'essenza cagliata (nel senso proprio di afrore caseario) del brigante burino.
Al ritorno insisto per trovare una strada alternativa. Finiamo così nei pressi della vera Via Appia, LA strada romana, la strada delle strade, la spina dorsale d'Italia e che ancora oggi abbisogna di meno manutenzione che non la Salerno-Reggio Calabria. Nell'arco di soli 500 metri ci siamo trovati di fronte all'ingresso delle catacombe di San Callisto, al sepolcro di Priscilla e a dei piedi.

Come dei piedi? Sì, l'avevo detto che era questa la chiave di lettura, no?
Cmq si tratta di piedi illustri, anzi illustrissimi. Dei piedi. Anzi, Dei Pedes, nel senso che si tratta delle fette del Signore immortalate nella chiesa del Quo Vadis. A sto punto sarebbe interessante metterle a confronto con quelle lasciate sul Monte degli Ulivi il giorno dell'ascensione e vedere se almeno il numero combacia (ma sicuramente ce ne stanno altre sparse qua e là; ps: lasciare impronte per volare in cielo era un vezzo pure di Maometto e di Buddha e chissà chi altri).
Andando avanti un'ultima curiosità: abbiamo scoperto che il Gruppo Storico Romano ha aperto una scuola per gladiatori, quindi se non conoscete la differenza tra un reziario e un secutor non lasciatevi sfuggire qualche fendente di sapere.
Per quanto riguarda il Parco dell'Appia Antica non ci eravamo mai stati e dopo quel poco che abbiamo visto ci siamo riproposti di ritornarci quanto prima (anzi no, che si schiatta di caldo, meglio un po più in là).

Oggi sposi

mercoledì 28 maggio 2008

Cambio di stagione

Ho deciso di fare il cambio di stagione. Parto dal blog che è meno faticoso.
Poi, prima o poi, arriverò a domare anche gli armadi, a inscatolare i maglioni e i piumoni, e a prepararmi a morire di caldo.
Già adesso si sente: Roma ti morde alla gola. L'asfalto irradia torrido. Le auto stanno ferme sotto il sole e sembra che soffrano, nel traffico. Se avessero la lingua sembrerebbero dei grossi cani che cercano frescura. Anziché bava, saliva o sudore (almeno i loro cavalli potrebbero) cacciano fuori polvere e fumi. Veleni, che ti seccano la gola, ti fanno bruciare gli occhi e incupiscono il cielo.

In questo periodo dell'anno amo alzarmi presto, anche alle 6, pur non avendo niente in programma, giusto per scendere in strada. Mi sembra sia l'unico momento in cui la città è ancora a misura d'uomo. E la luce! Che luce che ha Roma, fino alle 7 e 30! Vibra, è affilata, con le sue ombre ancora lunghe e fresche. E' la luce che i pittori venivano a cercare insieme alle commesse dell'aristocrazia. E si narra che quella luce unica, che sa di mattinata, come quando ci si recava sulla spiaggia, da piccoli, col secchiello in mano, un tempo, tenesse la magia fino a sera. Ora è possibile amarla solo finché il cielo è ancora azzurrino e la gente è ancora a fare colazione.

venerdì 23 maggio 2008

London - giorno 8


Ok, ecco come sono andate le cose.
Fra si sveglia e si connette ad internet per controllare la posta e si accorge di essere sommerso di messaggi, email, ecc e subito viene anche trillato da Pina che vuole sapere come stiamo. Come stiamo? Stiamo bene, perchè?
Perchè siamo dati per dispersi da tutta la famiglia. Ma se ci siamo sentiti l'altro giorno e vi abbiamo mandato un sms in cui dicevo che al 99% il salto non si faceva? Sì, ma c'è sempre quell'1%. Ah bè, se è così avete ragione e avvisiamo subito tutti.
Assisto nel dormiveglia all'annuncio della buona novella a nostro padre che ringrazia subito con un "stronzo, che fine hai fatto?"
Chiarite le cose la mattinata prosegue.
Mi sveglio, o meglio mi sveglia del tutto il solito casino di Fra, che gentilmente si attarda ad andare in ufficio per trascorrere qualche minuto in più con me. Facciamo colazione e 4 chiacchiere.
Lo saluto.
Non ho voglia di dedicarmi agli arretrati del blog, toglierebbero troppo tempo alla mattinata. Mi preparo e preparo la valigia. Già, oggi si torna a casa. Però l'aereo è alle 20.05, quindi ho tempo.
Quando finalmente mi decido ad uscire trovo Evangelos che gira per casa. Lo saluto e gli dico che la sera sarei partito. Lui allora riprende il discorso del giorno prima e si scusa di non avermi montato la batteria. Eh sì, perchè ammassata in uno scatolone nel soggiorno c'è LA batteria elettronica: una Roland TD-12. Lui insiste a farmi provare almeno un pezzetto e mi attacca il rullante: è qualcosa di mostruoso, sembra quasi una vera batteria, niente a che vedere con "l'assemblaggio" in camera mia o con i pezzi di gomma che si trovano in genere nei negozi di strumenti. Mi lascia a tamburellare un 20 min. Poi ringrazio e lo invito a mandarmi qualche sua performance su youtube. Dice sì sì, ma probabilmente non lo farà mai.
Esco. Ma ormai la cosa giusta da fare è andare a pranzo con Fra e con i suoi colleghi, gli stessi della prima serata all'OXO, i francofoni.
Causa freschetto viene depennata l'idea di mangiare nel parchetto e optiamo per Chi, un ristorante thai-giapponese. Ho mangiato davvero bene. Se passate dalla City, non fatevelo sfuggire assolutamente.
Dopo un caffè saluto tutti e mentre se ne tornano in ufficio mi dirigo da Harrod's.
C'ero già stato ed avevo dimenticato di averlo visitato solo parzialmente e solo per prendere la leggendaria cheesecake tanto cara a Pina.
Così mi perdo letteralmente in questo tempio del consumismo sfrenato, del lusso, ma soprattutto nella foodhall, celebrazione per gourmet. C'è di tutto, ma davvero tutto il meglio degli alimenti vendibili (se cercate occhi di tigre mi sa che manco qua li trovate).
Mi lascio andare tra muffin, donut's e cheescake (appunto) e spero che il tutto arrivi integro alla fine del viaggio. Cmq si spende. Faccio pure un giro al piano Toys che non può competere con Hamleys (5 piani per bambini e non).
Alle fine però mi rompo perchè oltre agli extra lusso adult toys (poker, scacchi, ecc) tutto il resto sono griffe, profumi e gioielli che non mi hanno mai interessato. Con calma mi dirigo a casa, per l'ultima volta, per lasciare le chiavi e salutare i due simpatici greci. La casa e deserta e tempo mezz'ora seguo la rotta per Heatrow. Sono in largo anticipo e me lo giro abbastanza per bene.
Naturalmente però arrivo al gate quasi al limite dell'orario. Cmq tutto ok.
Sono allegro, mi sono divertito ma mi sono anche affaticato e l'idea di tornare alla mia placida routine si scioglie fra le mie tempie come una zolletta di zucchero in un Double Cappuccino di Starbuck's (il suono che fa è floooooommmm).
A rallegrare ulteriormente il viaggio ci penserà la mia vicina di poltrona: Emma, che ride sempre ai miei scherzi, mi accarezza e mi stropiccia ed ha circa otto mesi. Dietro di me altri due monelli modello 012 che fanno ancora più casino. Cmq quando non ce la faccio più, mi infilo le cuffie e dormo fino a pochi minuti prima dell'atterraggio.
A Roma diluvia. A causa dell'orario non ci sono treni (fra una cosa e l'altra è passata mezzanotte) e mi stupisco di come uno degli aeroporti più importanti d'Italia sia così "scemo", e come me anche le frotte di turisti che non sanno a che santo votarsi fra i tassisti piacioni che non capiscono un cazzo d'inglese.
Adesso però sono a casa.

giovedì 22 maggio 2008

London - giorno 7

Oggi abbiamo un nuovo appuntamento. Fra, la domenica, si incontra con un altro team di lavoro per portare avanti un suo progetto. Oggi ci vado pure io e cercherò di disegnare il logo.
Sbrigati i convenevoli cerchiamo di muoverci che se arriviamo tardi gli altri rastano fuori. Con nostra spiacevole sorpresa, alla stazione scopriamo che il treno che avremmo dovuto prendere, e che in 20 min ci avrebbe portati a destinazione, oggi non passa perchè ci sono lavori in corso. Dopo un iniziale smarrimento Fra trova la soluzione e contatta gli altri membri del team per avvisarli che facciamo mezz'ora di ritardo.
Quando finalemente arriviamo, mi trovo dentro una palazzina che ospita uffici in affitto, anche "a ore", con tutti i comfort, dal proiettore, varie lavagne, internet ad una supercucina iperattrezzata.
Infatti appena dentro inizio a conoscere gli altri tre ragazzi (programmatori) mentre ci beviamo un caffè e sgranocchiamo barrette di cioccolato. Collegati i computer si fa il punto della situazione e cosa si spera di ottenere entro fine giornata.

Le ore iniziano a trascorrere ed io passo in rassegna molte soluzioni, dapprima giocando con il nome del progetto, componendolo e scomponendolo, poi esplicitando il significato e così via. Al termine della giornata sarà molto più semplice e sintetico di quanto pensato in partenza (per fortuna).

Abbiamo lavorato così fino alle 17 (tolta la pausa pranzo), con gran concentrazione ed isolati dal mondo esterno (anche perchè mio fratello mi ha requisito il cellulare perchè il suo era scarico).

Alle 17 e qualcosa, siamo all'aria aperta e si prende appuntamento per il prossimo meeting. Prendiamo un autobus al volo ed andiamo. Al cambio capiamo che, se non vogliamo fare tardi all'appuntamento della sera, dobbiamo evitare di passare da casa. Arriviamo quindi a Soho, un pò in anticipo sui tempi, e ci facciamo un giro nei dintorni fino ad un ottima pasticceria tenuta da italiani che ci riconoscono da lontano. Entriamo nel pub, ci accomodiamo ad uno di quei tavoli alti con sgabelloni e nell'attesa di Aaron e di Piotr iniziamo a sorseggiare una pinta.

Aaron è ormai una mia vecchia conoscenza, di tutte le volte che sono venuto nella Perfida Albione lui c'era sempre. Ed è da lui che ho trascorso il capodanno (peccato non ci sia anche Sam).

Arrivano presto e subito iniziamo a scherzare. Se in questi giorni mi ero sentito un pò legato nel parlare e nel comprendere la lingua (ma ho spesso avuto a che fare con ragazzi indiani che, come dice Fra, sono per il corso avanzato) adesso mi sento finalmente a mio agio. E non ho neanche finito la prima birra!
Le ore poi sono passate volteggiando tra pinte e whisky (ho scoperto che il Jamison's mi piace e che sa di noce di cocco) tra stereotipi e parolacce ed esperienze di viaggi, inviti (se venite a Roma...) e stili di vita.
Quando decidiamo di alzarci il locale è ormai deserto e ci incamminiamo verso Trafalgar Square. Per strada convinco Aaron a prendere dei sigari, li accendiamo e, come il tabacco anche i miei ricordi iniziano a sfumare e a disperdersi nell'aria fredda londinese. Ci siamo seduti sulle scale centrali ed abbiamo chiacchierato, e io anche ho marcato il territorio, sobillato da chi era di casa, in una delle piazze più visitate al mondo con due energumeni della security alle nostre spalle che avevano intuito qualcosa ma non ne erano sicuri (ma sicuramente qualche telecamera avrà fatto il compito suo).
La notte si conclude con noi che ci infiliamo su un bus, che manchiamo la nostra fermata e che ce la facciamo a piedi per crollare a letto. Cmq una gran bella serata che ci ha ripagati della sfiga del giorno prima (per la cronaca, oggi il tempo era bellissimo!)

mercoledì 21 maggio 2008

London - giorno 6

Sveglia alle 5.45
Alzata dopo 5 min di calci alle coperte. Vani tentativi di riunire corpo e mente.
Il tempo è ancora più grigio di ieri e c'è una pioggerellina insistente e fredda.
Prendiamo il bus e dopo due fermate troviamo George che ci aspetta in macchina.
-Nice to meet you! -Nice to meet u 2-(che lui parla locale).
La prima impressione è che nella sua macchina ci sia passato un ciclone e che abbia mescolato foglie, alcool e pelo di gatto.
Iniziamo il viaggio verso la nostra meta, gli altri ci raggiungeranno lì (dovremmo essere in 14).
Sosta per la benzina. Io dietro cerco ancora di linkare le esigenze del mio corpo alla concreta possibilità di esaudirle. Dopo circa un paio d'ore di viaggio, vari sballottolamenti della mia testa che cerca la giusta posizione per dormire, vengo a sapere che dovremmo essere in anticipo sulla tabella di marcia (anche se dopo ci perderemo). Qualcosa fa pressione dentro me, allora io faccio pressione fuori di me e ottengo una sosta in un'area di servizio. Territorio marcato. Proseguiamo.
Dopo non so quanto tempo (non saprei quantificarlo visto che ho dormito quasi tutto il tempo) arriviamo al NLPC: Northern London Parachute Centre, obbiettivo fare Skydiving in tandem!
Parcheggiamo e troviamo un'amica di George. Il tempo è migliore del previsto ma è molto nuvoloso comunque. Mentre cerchiamo l'ingresso qualcosa ferma tutti: un gatto nero ci ha appena attraversato la strada. Aspettiamo che altri ci passino davanti e sollevati ripartiamo.
Facciamo notare che siamo arrivati ma ci rispondono che dobbiamo aspettare tutto il gruppo e che al momento attuale ci sono 40 persone davanti e che al ritmo di 10 l'ora siamo già in coda per 4 ore. Cominciamo bene.
Passiamo un pò di tempo a chiacchierare nel punto ristoro finchè lentamente arriva un altro gruppo di amici. Arriva anche una telefonata: altre due sono bloccate sul treno perchè un tizio ha deciso di buttarcisi sotto.

Il tempo peggiora mentre noi passiamo da un thé a un caffé. Cerchiamo su youtube voli col paracadute finiti male ma la connessione è troppo lenta e desistiamo (per fortuna). L'atmosfera è quella dei pescatori bloccati in porto causa tempesta (che lentamente si avvicina sempre di più).
Quando finalmente ci raggiungono le altre siamo in tutto 10 ed andiamo ad iscriverci e a pagare il biglietto. Ci dicono che per fare un lancio deve vedersi almeno un pezzettino di blu in cielo e che quindi per oggi mi sa che non si fa niente. Cmq paghiamo un biglietto valido per sei mesi e firmiamo tutte le scartoffie che ti fanno presente che è pericoloso, che puoi morire, che in caso di necessità, quello esperto che si butta in tandem con te, penserà a salvare la sua di pelle piuttosto che spiaccicarsi con te. In fin dei conti la mattinata è stata abbastanza sfortunata e forse è stato meglio restare coi piedi per terra, magari la prossima volta ci alzeremo col piede giusto e la giornata sarà tutta rose e fiori, e sole e 3000 metri di altitudine che ti levano il fiato.
Visto che siamo lontani da London decidiamo di proseguire la nostra scampagnata a Cambridge.
Altre due ore di macchina e arriviamo. Pioviggina anche qui e cerchiamo subito un posto dove fermarci a mangiare; ci consigliano il pub più rinomato della città. Naturalmente la sfiga decide che in quel pub non ci sarà corrente prima delle 16 e perciò non c'è da mangiare. Non ci resta che un cinese di pessimo livello. Comunque la fame è tanta e mangiamo quasi tutto.

A fine pasto gli altri esprimono l'intenzione di rintanarsi in un pub a vedersi non so quale partita del Portland. Io e Fra invece ci diamo all'esplorazione, ma prima un caffettino al volo. Il tempo è leggermente meglio ma comunque molto uggioso, quello che uno si aspetterebbe di trovare in questi posti in effetti. Mi ritornavano in mente alcune avventure di Sherlock Holmes ambientate nelle brughiere umide.
Scopriamo un pò cosa in realtà sia Cambridge: un insieme di college dalle forme quasi esclusivamente gotiche: alcuni in effetti sono del 1300, altri invece del secolo scorso. Riusciamo a visitare il famoso Trinity College (solo le parti non occupate dagli studenti), cortile, coro e refettorio (di cui fotografiamo il "fantastico" menù, bleach!)
Cerchiamo di entrare in altri ma è tardi e gli studenti devono fare la loro vita senza turisti tra i piedi e quindi non si può più. Intanto la partita è finita e dobbiamo riincontrarci con gli altri (sono le 17.00).
Salutati gli equipaggi delle altre macchine io, Fra e George ripartiamo per casa.
Inutile dire che in questo sabato 17, un pò contornato dalla sfiga, in cui non so neanche per quante ore ho scapuzzulato in macchina, le gambe mi facevano male come non mai. Zoppicavo perfino. La serata l'avremmo trascorsa a una festa di laurea dalle parti di Greenwich (lontanuccio, fra l'altro) ma alla fine siamo rimasti per una cenetta in casa. Fra l'altro ho visto che la tv inglese non è poi così cessa come la nostra.