sabato 12 aprile 2008

Persepolis


Marjane Satrapi, classe 1969, nasce a Teheran, dove passa la sua infanzia e dove attraversa guerre e rivoluzioni. Da adulta si trasferisce a Parigi dove inizia una nuova vita.
In questo punto si ferma il film Persepolis che altro non è che la biografia della co-regista di questo "fumetto animato" (e sì, perchè si tratta della trasposizione cinematografica di un fumetto premiatissimo e, a quanto pare, tra i libri obbligatori di 150 università americane).
Ma cosa sappiamo dell'Iran? E del fondamentalismo religioso? Con questo film possiamo
rendercene conto a volto con un brivido e altre con un sorriso (il racconto dei ragazzi che si immolano correndo sui campi minati per facilitare il passaggio all'esercito, qui solo accennato, è quanto di più aberrante si possa concepire, mentre il mercato nero della musica occidentale è uno dei momenti divertenti del film).


Il film, è una vera e propria opera d'arte:
-la grafica, così minimalista, quasi sempre in bianco e nero (poichè narra di fatti ricordati), con ombre lunghe e figure stilizzate, fusione perfetta tra il fumetto europeo, le storie per bambini e il film di SinCity (naturalmente parlo di assonanze chiniche);
-la musica: un vero e proprio commento sonoro, che spazia nella geografia e nel tempo, fondamentale per la riuscita del film;
-la poesia, quella che sprigionano gli occhi di una bambina vivace o le problematiche di un'adolescente diversa;
- la storia: purtroppo questa non è dipesa dall'autrice ma il modo in cui viene narrata sì (e qui dimostra gran classe).

Insomma, un film che non si può tagliare a fette nei vari aspetti, dove tutto concorre verso il fine ultimo di narrare una vita che è un capolavoro di forza e semplicità; un film che sta in una categoria a sè, quasi da solo e con pochi termini di paragone (a me viene in mente, oltre al citato SinCity, anche Frida, ma vi invito a scrivermi altri paragoni).
In definitiva: consigliato a chi ha voglia di vedere una fiaba per adulti e un pò agrodolce.

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