giovedì 3 aprile 2008

Valle rossa


Era un bel pò che latitavo dalla facoltà (x la cronaca: Valle Giulia).
Ieri ci sono tornato finalmente per avere un faccia a faccia con quelli della segreteria.
La cosa sembra iniziare male: mi hanno murato l'uscita della metro!!!
è sparita, via, non c'è più! Dice, ma come? Vabbè faccio il giro.
Affioro in superfice e cerco la strada battuta centinaia di volte per andare in facoltà e che attraversando il parco di Villa Borghese mi dovrebbe condurre nelle braccia della Sapienza (o almeno in una mano).

Sparita anche la stradina: chiusa e sbarrata da pannelli di ferro che delimitano un cantiere per la metropolitana.

Non mi arrendo: fendo il verde e apro nuovi e più faticosi tratturi (non scherzo).

Finalmente arrivo in fac. Una persona sola in coda allo sportello. wow (questo perchè era una bella biondona). Due minuti e me ne esco con un niente di fatto: per la prima domanda devo rivolgermi alla segreteria presso la città universitaria; per quanto riguarda la seconda devo chiedere al professore; per la terza devo ripassare.

Vabbò, almeno è stata gentile; memorabile la battutona a proposito del pagamento della mora sulle tasse (per un giorno di ritardo): "finchè fai la trafila pe pagalla, da mora te diventa bionda, ahr ahr ahr." :-\

Cmq, visto che sto là mi faccio un giro: oddio oddio oddio so tornati i bolscevichi!

Una mega mostra fotografica segue anno per anno tutti gli anni di occupazione che hanno portato al '68: le notti in branda degli studenti, la polizia, i graffiti insieme a Guttuso. In una foto c'è pure Paolo Liguori (il "giornalista" di mediaset) che all'epoca era uno dei più convinti ed era noto come "Straccio". Non sono riuscito a trovare niente dell'ex picchiatore ultra-comunista (è stato uno dei suoi giri di giostra) Giuliano Ferrara. Poi una rassegna con gli architetti italiani che in quegli anni andarono a Cuba, cosa hanno fatto, le conferenze a La Havana e le foto ricordo con Che Guevara.
Al piano di sopra si prosegue con le tesi di laurea di alcuni studenti sanculotti che ora insegnano lì.

Tutto interessante ma di sapore demagogico e inutilmente nostalgico, e comunque, oggi non c'è aria di ideologie e voglia di progresso: più che Marx e Guevara gira il Gattopardo.
E dire che amo riscoprire storia e radici ma qui la storia era molto unilaterale (il disappunto pasoliniano non è neanche sfiorato).

Polvere e mestizia (ma probabilmente ci ho capito poco).

1 commento:

il_frengo ha detto...

una mostra che sottolinea quanto Tommaso da Lampedusa avesse ragione

"non ti fidare di quelli sopra i 30 anni...anzi non ti fidare proprio di nessuno"

ciao bestia :)