mercoledì 2 aprile 2008

Taglio alle mandorle


Insomma, metti che sono uno aperto a nuove esperienze.
Metti che abito in un posto dove lo straniero è di casa. Metti che cerco un contatto con la realtà altrui facendomi tagliare i capelli dai cinesi sotto casa: shampoo+taglio+ri-shampoo = 10 euro.

Perchè no? Come futuro architetto, dovrebbero starmi a cuore le problematiche di integrazione e, quale miglior occasione, per spazzare via eventuali pregiudizi; dopotutto l'altro giorno, che mi ero soffermato a sbirciare i prezzi della nuova gestione del salone estetico, ero stato accolto da belle ragazze sorridenti, che mi invitavano ad entrare e che mi regalavano un prezziario take-away color malva.

Senza pensarci troppo entro.
Una specie di silenzio sibilante mi si è coagulato intorno.
Un ragazzetto tagliava i capelli a una giovane e bruttina donna orientale.
Una ragazzetta spazzava in maniera timida e sommessamente mi faceva cenno di sedermi, mostrando tutto il suo imbarazzo nel non sapere dove mettermi.

Mi tolgo la giacca sperando che qualcuno dei sempre più numerosi cinesi presenti nel locale la prendesse in custodia (ma da dove cavolo uscivano?).

Mi siedo, in totale autonomia, allo shampoo, facendo finta di sfogliare un quotidiano free-press.
Dopo un pò la ragazzetta timida decide di provare a fare la shampista: movimenti timidi e impacciati non le hanno impedito di graffiarmi 'na 'recchia e di gelarmi la capoccia sotto l'acqua. Faccio buon viso a cattivo gioco -sarà la sua prima giornata di lavoro- penso. Inutile essere sgarbato.

Mi fa sedere davanti a uno specchio ed ecco che appare un clone del ragazzetto di prima (che continua a tagliuzzare accanto) che cerca di sfoderare il suo miglior sorriso di circostanza.

Bofonchia qualcosa che mi fa capire che di italiano ne sa proprio poco. Gesticolo. Annuisce. Ok, capito.

Iniziano a diffondersi nel negozio le parlate acute e nasali dei presenti. Se la ridono, si raccontano fatti. Probabilmente parlano di quello che stanno per mangiare, ma a me sembrava di essere circondato dai gremlins che hanno mangiato dopo mezzanotte e che hanno ancora fame. Occhietti furbi e tagliole lucenti in bocca.

Sfila da una borsa in pelle le forbici e inizia a sferragliare. Click click. Click click. A scatti. Tiene il pettine alla cinese (ping pong docet) e sembra intento in un'arte orientale.

Cerco di distrarmi. Senza occhiali non mi resta che canticchiare, inventarmi un motivetto.

Passa al rasosio elettrico. Ne prende un altro. Lo regola. Va avanti. Ne pesca un altro ancora.
Passa al rasoio a serramanico. Mi sembra di vedere che ci siano dei capelli sulla lama. Gli dico di non usarlo. Insiste. Insisto.

-Signole va bene, così?- come no? faccio io.
Mi risciampano alla grossa. Lui mi asciuga. Mi pettina verso il basso e mi cotona i 4 peli che mi ha lasciato sulla fronte. Li separa ordinatamente formando una pietosa tendina sfilacciata.
Inforco gli occhiali e strozzo un mugugno. Mi alzo, chiedo quant'è, pago i 10 euro e scappo via cercando di stropicciarmi i capelli fino alla porta di casa.

Mi riempio di alcool dove era passato il rasoio e mi ingello tutta lo scalpo smadonnando.

Che faccio? Trovo un altro barbiere? Forse si. Dopo vedo. Sì, ma che gli dico? Per ora risolvo col gel. Almeno qualche giorno.

Morale della favola: non andate a farvi i capelli in quel negozio che non è che sia proprio il massimo del rapporto qualità/prezzo.

6 commenti:

Didì ha detto...

:-)

il racconto come sempre dettagliato e coinvolgente però....

la potevi postare una foto!!!

GaeOfD ha detto...

Ti sarebbe piaciuto, ma sai avevo la macchina scarica, anzi si è rotta...

Anonimo ha detto...

Gaetà sei unico!
La descrizione mi ha proiettata in quel "Dacci un ..." o meglio ancora in quel con "Un colpo di...forbici" e mi ha messo non poca ansia....!
Ciao Ciao

Anonimo ha detto...

L'alieno ti somiglia

il_frengo ha detto...

qui la racconti che sembra fare pure ridere, scommetto che però non ridevi per niente alla vista degli arnesi di tortura a basso prezzo...lol

GaeOfD ha detto...

è che mi volevo dare un tono cosmopolita, quindi ostentavo sicurezza. Alla fine però mi si leggeva bene in fronte: "made in chinAAAARRGHH"